Genova Film Festival

INGRANDIMENTI – BABAK KARIMI

INGRANDIMENTI – BABAK KARIMI

L’amico iraniano

Babak Karimi si è affacciato per la prima volta sui nostri teleschermi una decina di anni fa nelle vesti di uno dei re magi, per la pubblicità di una marca di caramelle. Uno spot che si è rivelato profetico. Infatti, Karimi è diventato veramente un re mago: con i suoi multiformi talenti di attore, operatore, montatore, producer, ci ha portato in dono un campionario dei tesori cinematografici del suo paese, l’Iran.

Tra i gioielli più preziosi del suo scrigno, un film di Asghan Farhadi, Una separazione, premiato con l’Oscar per il miglior film straniero, dove Karimi è un magistrato pieno di buon senso (un ruolo che nella vecchia Hollywood sarebbe spettato a Spencer Tracy) chiamato a giudicare un caso difficile da cui viene fuori lo spaccato di una società in metamorfosi, divisa fra conservazione e rinnovamento. Così Babak Karimi continua a lavorare dentro e fuori dallo schermo come un mediatore culturale, un ambasciatore ,un esportatore di visioni del mondo filtrate dall’arte, un re mago, insomma.

Oreste De Fornari

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Iraniano, Babak Karimi nasce all’estero, più precisamente a Praga, nel 1960. È un “figlio d’arte”: suo padre, Nosrat Karimi, è attore, regista e drammaturgo; sua madre, Alam Danai, è a sua volta attrice di teatro e regista. Non sorprende dunque che Babak debutti all’età di soli dieci anni sul grande schermo, recitando in Doroshkechi, diretto e interpretato da suo padre, un film che è considerato la pietra miliare del neorealismo iraniano. Nel 1971, sebbene ancora giovanissimo, si trasferisce in Italia per specializzarsi in ripresa e montaggio all’Istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione “Roberto Rossellini”. Collaborando con la pittrice Mahshid Mussavi, riesce a far distribuire per la prima volta in Italia un film iraniano (Bashu, il piccolo straniero, di Bahram Beyzai) nel 1991: da questa operazione si divide tra Iran e Italia, portando avanti un importante lavoro di connessione e promozione culturale tra questi due paesi, curando in prima persona il doppiaggio di molte pellicole di registi connazionali, tra cui Abbas Kiarostami, Mohsen Makhmalbaf, Jafar Panahi, Abolfazl Jalili e Asghar Farhadi. Artista poliedrico, si occupa anche di montaggio, che insegna per un periodo presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Come montatore, negli anni ’90 avvia una collaborazione con Pasquale Scimeca che andrà avanti per oltre un decennio, lavorando a film quali Placido Rizzotto e Gli indesiderabili. Nel 2011 torna in patria su invito dell’amico Asghar Farhadi per il suo film Una separazione, Premio Oscar 2012 al Miglior film in lingua straniera (candidato anche alla Miglior sceneggiatura originale): la sua interpretazione gli vale l’Orso d’Argento come miglior attore al Festival di Berlino 2011, dove il film vince anche l’Orso d’Oro. La collaborazione con Farhadi prosegue per i due film successivi del regista: Il passato(2013) e Il cliente (2016), vincitore del Prix du scénario al Festival di Cannes 2016 e Premio Oscar 2017 al Miglior film in lingua straniera. Karimi si doppia personalmente in italiano ed è direttore del doppiaggio per Una separazione Il cliente. È consulente sul cinema iraniano per la Biennale Cinema di Venezia. Recentemente il pubblico italiano ha potuto apprezzarlo anche in Finché c’è Prosecco c’è speranza di Antonio Padovan e nella serie TV Rai La linea verticale.

 

Come attore: Doroshkechi(1971) di Nosrat Karimi, Last Minute Marocco (2007) di Francesco Falaschi, Caos calmo (2008) di Antonello Grimaldi, Ex (2009) di Fausto Brizzi, L’amore non basta (quasi mai…)(2011) di Antonello Grimaldi – Miniserie TV – Canale 5, Una separazione (2011) di Asghar Farhadi, Il passato(2013) di Asghar Farhadi, Fish & Cat (2013) di Shahram Mokri, Il cliente (2016) di Asghar Farhadi, A Wedding (2016) di Stephan Streker, Finché c’è Prosecco c’è speranza (2017) di Antonio Padovan, Invasion (2017) di Shahram Mokri, La linea verticale (2018) di Mattia Torre – Serie TV – Rai 3.

Come montatore: I briganti di Zabùt (1997) di Pasquale Scimeca, Dancing North(1999) di Paolo Quaregna, Placido Rizzotto (2000) di Pasquale Scimeca, Il voto è segreto (2001) di Babak Payami, Quello che cerchi (2001) di Marco Simon Puccioni, Gli indesiderabili (2003) di Pasquale Scimeca, L’isola (2003) di Costanza Quatriglio, Tickets (2005) di Ermanno Olmi, Abbas Kiarostami e Ken Loach, La passione di Giosuè l’ebreo (2005) di Pasquale Scimeca, Rosso Malpelo (2007) di Pasquale Scimeca, Il bambino della domenica (2008) di Maurizio Zaccaro – Miniserie TV – Rai 1, Green Day(2009) di Hana Makhmalbaf, Lo smemorato di Collegno (2009) di Maurizio Zaccaro – Miniserie TV – Rai 1, Le ragazze dello swing (2010) di Maurizio Zaccaro – miniserie TV – Rai 1.

 

Lunedì 3 dicembre, ore 21:00, Cinema Teatro Altrove
Una separazione di Asghar Farhadi (Iran, 2011, 123′)

Martedì 4 dicembre, ore 15:30, Cinema Teatro Altrove
Placido Rizzotto di Pasquale Scimeca (Italia, 2000, 110′)

Giovedì 6 dicembre, ore 21:00, Palazzo della Meridiana
Incontro con l’attore, montatore, produttore e operatore di ripresa 
Babak Karimi e il critico e autore TV Oreste De Fornari. Durante la serata si ripercorrerà la carriera di Babak Karimi con proiezioni ed interviste. Interviene lo sceneggiatore e regista Giovanni Robbiano.
Presenta Cristiano Palozzi, direttore del Genova Film Festival.

 

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